Le problematiche estetiche in Cardiologia sono certo trascurabili rispetto alla cura delle patologie trattate; è tuttavia importante ridurre al minimo l’insulto di una cicatrice o di una protesi, soprattutto in quei Pazienti in cui tale bruttezza potrebbe limitare la vita o la socialità. Cicatrici e Cheloidi sono infatti possibili quando si subisce un intervento e al pari esistono Pacemaker (PM) e Defibrillatori (ICD) troppo voluminosi e tali presidi meccanici, tali “macchinette”, sono protesi di plastica e ferro e possono dunque migrare, ovvero sposizionarsi e superficializzarsi, ovvero risalire in superfice. Esse possono finire dal torace nell’ascella, possono infettarsi, rompersi e addirittura possono decubitare, ovvero essere espulse fuori dalla pelle con conseguenze anche importanti. Negli anni abbiamo osservato lesioni cutanee accessorie, dette granulomi piogenici, provocate dalla spinta meccanica di un filo, ovvero dalla sua risalita verso l’esterno e abbiamo osservato disturbi del comportamento come ansia o depressione derivanti dalla scarsa accettazione di un intervento subito. Ebbene: tutte queste problematiche vanno certo evitate e tale argomento viene fortemente sentito negli USA, dove si affianca un percorso di supporto psicologico al Paziente che subisce un intervento. Tale argomento é inoltre centrale nella Psicologia Clinica, nella Pschiatria, nella Chirurgia Plastica e nella Medicina Estetica e quindi noi lo abbiamo fatto nostro, tanto da trasformarlo in una nostra “Special Skill”, ovvero una nostra eccellenza. Le apparenze infatti contano e l’estetica non deve essere sottovalutata in quanto fa parte della discussione circa la Patience Compliance, ovvero la Patience Attendence: due fenomeni verso i quali il nostro Team è molto sensibile. “Compliance” significa infatti “Aderenza” e “Attendence” significa invece “Partecipazione” e questi termini definiscono appunto quanto un Paziente sia coinvolto positivamente nel proprio processo di cura. Tale coinvolgimento è un fenomeno che in passato abbiamo quantificato mediante “scale di gradimento” (ovvero con questionari sottoposti al Paziente) ed è qualcosa che ci piacerebbe massimalizzare: sia prima che dopo un trattamento invasivo. Una giovane donna, infatti, potrebbe rifiutare un intervento anche importante nel timore di rimanerne deturpata e del resto cosa dire ad un bambino che dopo un intervento farà i conti con un insulto estetico ragguardevole? Ma ancora: cosa fare quando un insulto in apparenza solo estetico si trasforma invece in un rischio concreto alla salute? Effettivamente manovre invasive o francamente chirurgiche possono sfociare in tali problematiche e abbiamo infatti citato l’Impianto di Pacemaker (PM), l’Impianto di Defibrillatore (ICD) o anche la comune Sternotomia Mediana che avviene in Cardiochirurgia. Il nostro Team ha dunque sviluppato strategie sia Pre-chirurgiche che Post-chirurgiche per ridurre al minimo tale danno, o per correggere un problema derivante da un intervento effettuato in precedenza.

Negli impianti di protesi numerose sono le strategie Pre-Chirurgiche e Intra-Chirurgiche, ovvero in corso di intervento e la prima è la scelta di un Pacemaker (PM) o di un Defibrillatore (ICD) di ultima generazione che abbia dimensioni e soprattutto volumi ridotti. Nel bambino possiamo citare la riduzione di re-interventi che si effettua lasciando una dose extra di fili nel cuore (loop in cava) e possiamo citare, in tutti i tipi di Paziente, la scelta di non utilizzare drenaggi che aggiungerebbero cicatrici e rischi all’intervento effettuato, ma effettivamente questi sono argomenti troppo specifici per questa sede. Tentando invece di essere semplici, ovvero prediligendo la chiarezza di comunicazione al Paziente che ci contraddistingue, possiamo invece dire che alla scelta delle dimensioni può seguire la scelta di impiantare un device, ovvero un pacemaker, nel piano sotto-muscolare invece che nel piano sotto-cutaneo e questo certamente permette di nascondere un volume che altrimenti sarebbe più visibile. E del resto tale “affondamento” può arrivare fino alla mammella, che maschera adeguatamente la disparità di un emitorace rispetto al controlaterale. Ma non solo: l’utilizzo intra-operatorio di suture intra-dermiche, ovvero riassorbibili, nonchè il taglio minimo che rispetti i dermatomeri cutanei e le linee di trazione muscolare, l’uso di collanti su sutura di ultima generazione, la giusta distanza da sterno e clavicola, sono tutti presidi che hanno lo scopo di ridurre la cicatrice prodotta e che dunque andrebbero adottati.

Nel Post-Chirurgia, invece, esistono terapie farmacologiche (particolari creme) e successivamente minimamente invasive (infiltrazioni) che possono ridurre significativamente le cicatrici. Vi è possibilità di terapie meccaniche (laser terapia) e infine un re-intervento, ovvero una revisione chirurgica, può spostare e affondare una protesi precedentemente impiantata troppo superficialmente. Al pari lesioni cutanee accessorie possono essere estirpate, ovvero escisse e tagliate via come fossero un neo. L’allargamento di tasca e l’affondamento di tasca, inoltre, sono proponibili in elezione non solo per motivazioni estetiche, ma anche se il Paziente prova dolore in sede post-chirurgica, ovvero sulla cicatrice, o nelle sue immediate vicinanze.

E inoltre disponibile dal 2017 una nuova tecnologia per la quale la comunità scientifica internazionale è in curva di apprendimento, ovvero di cui aspettiamo i risultati a lungo termine: essa è tuttavia da noi effettuata senza problemi, se pur in Pazienti selezionati. Ci stiamo riferendo al Pacemaker Senza Fili, ovvero ad un presidio totalmente intra-cardiaco che non lascia affatto cicatrici sul torace, in quanto è molto piccolo e viene rilasciato direttamente all’interno del Cuore.