L’Anestesia è una pratica invasiva che si esercita in Sala Operatoria e nella Terapia Intensiva. Essa è spesso fraintesa dal Paziente: una scarsa informazione anche e soprattutto da parte dei Sanitari fa infatti spesso confondere l‘Anestesia Generale con la blanda Sedazione.
L’Anestesia Generale non viene praticata quasi mai in Cardiologia. Essa è quell’insieme complesso di manovre per cui somministrando farmaci in vena e applicando una maschera sul volto il Paziente viene totalmente addormentato e non è risvegliabile, neppure se subisce tagli, ovvero manovre chirurgiche. Essa è una pratica eseguita solo dallo Specialista in Anestesia e Rianimazione e necessita di esami pre-operatori: nello specifico degli esami del sangue, un elettrocardiogramma, quasi sempre una radiografia del torace e talvolta alcune consulenze di medici di differente specialità. La discussione collegiale del caso, la quantificazione del rischio e gli approfondimenti pre-operatori sono infatti indispensabili, soprattutto se il Paziente è anziano o bambino e se ha multiple malattie, anche se stabili e croniche. L’Anestesia Generale necessita dunque di una o più visite prima dell’intervento e in questo tempo si procede alla informazione del Paziente e all’acquisizione del suo consenso informato. Grazie alla Anestesia Generale il Paziente non sente dolore e non avrà ricordo dell’intervento: essa si riserva dunque a pazienti particolari (ad esempio i bambini), a chirurgie lunghe o particolarmente invasive, oppure a chirurgie in cui è indispensabile che il Paziente sia immobile. In tali casi è necessaria l’intubazione oro-tracheale: ovvero l’inserimento di un tubo nella bocca (vie aeree) che poi arriva nei polmoni per permettere la respirazione mediante un macchinario.
La sedazione invece è l’addormentamento di un Paziente che però è facilmente risvegliabile: ovvero non sente dolore, non ricorda ciò che accade, ma respira da solo. Tale manovra dura poco, ha bisogno di una assistenza con qualche strumentario e non necessita dello specialista in Anestesia e Rianimazione anche se la sua collaborazione è talvolta preziosa. La pratica è sicura.
In Cardiologia Interventistica (Emodinamica ed Aritmologia) il dolore è quasi sempre assente e gli interventi sono di durata breve (da 30 minuti a 3 ore) e dunque si preferisce utilizzare la sedazione. Essa serve ad abolire il disagio della sala operatoria (luci, rumori), permettere al Paziente di stare comodo e soprattutto di farlo stare fermo.
Viene sempre praticata invece una Anestesia Locale nella zona dell’esame o dell’intervento: i farmaci utilizzati per questa pratica sono sicuri e sono sempre gli stessi in tutte le manovre, ad esempio sono gli stessi che usa il dentista. La collaborazione del Paziente, ovvero un Paziente sveglio è inoltre preziosa, soprattutto durante lo Studio Elettrofisiologico (SEF) in cui si deve riprodurre un rilievo anamnestico. Significa, in tale esame, che si induce una aritmia e poi ci si confronta col Paziente steso sul tavolo durante l’esame: per comprendere se è proprio il disturbo di cui egli soffre.
C’è da dire che alcune scuole utilizzano l’Anestesia Generale, ovvero l’intubazione oro-tracheale anche per interventi di Aritmologia e nello specifico vi è pratica per l’Ablazione di Fibrillazione Atriale, l’Occlusione Cronica della Auricola Sinistra (LAAC) e l’Estrazione di Cateteri. Questi tre interventi sono descritti nella sezione I Nostri Interventi