Le cardiopatie colpiscono lo sportivo?
Assolutamente si e anzi egli appartiene ad una categoria particolarmente a rischio in quanto stimolata.
Ma tali cardiopatie possono colpire lo sportivo anche in perfetta salute?
Si, poiché si tratta di aritmie e malattie genetiche del cuore, nella maggior parte dei casi asintomatiche e misconosciute al paziente.
Il caso del calciatore Astori rientra in una malattia cardiovascolare rara e sconosciuta?
No, rientra, purtroppo in una categoria di malattie molto note e facili da indagare. Vi sono decine di casi simili che non sono sotto i riflettori.
É possibile concedere abilitazione sportiva senza una visita cardiologica?
É possibile se lo specialista in medicina dello sport è competente anche in cardiologia. Per casi selezionati, tuttavia, sarà proprio questo medico, lo specialista in Medicina dello Sport, che chiederà la collaborazione del Cardiologo, indirizzandolo a determinati esami e principalmente per un test da sforzo.
Quindi la visita di medicina dello sport è sufficiente o no?
Legalmente sì e tuttavia a nostro avviso è insufficiente, poiché non indaga le aritmie, la cardiopatia ischemica e le malattie genetiche che sono la causa delle morti durante attività sportiva.
Alcuni medici dello sport fanno svolgere un elettrocardiogramma, anche ai bambini, dopo salita e discesa da un gradino: di che si tratta?
Il test al gradino, in inglese step, consiste nel salire e scendere un gradino alto 40-50 cm per 30 volte al minuto e per una durata di 10-30 minuti e alla fine della prova il soggetto viene sdraiato e viene registrato l’elettrocardiogramma ed eventualmente misurata la pressione arteriosa. È un test molto vecchio e fuori luogo, scarsamente scientifico ed empirico, ovvero inattendibile: poco efficace e quindi assolutamente sconsigliabile. Esso viene raramente completato e simula uno sforzo insufficiente e non rappresentativo della attività dell’atleta, o di chiunque altro, con rilevazioni sommarie e solo alla fine dello stesso.
Come mai atleti professionisti, ad esempio calciatori e società internazionali, non hanno un elevato dettaglio diagnostico e infatti sono morti?
Riteniamo sia dovuto a una parziale ignoranza in merito a queste patologie, alcune delle quali relativamente nuove, e tuttavia questi incidenti non dovrebbero avvenire, ovvero tali malattie non dovrebbero sfuggire al professionista competente. Il motivo è quindi di natura economica, gestionale, o addirittura dovuto al voler nascondere e non indagare patologie che impediscano realmente di scendere in campo.
Quali esami dovrebbe svolgere uno sportivo, amatore o professionista, per allenarsi in sicurezza?
Sicuramente una visita cardiologica e soprattutto aritmologica con ecg basale a 12 derivazioni (elettrocardiogramma), successivamente un ecocolordoppler cardiaco e un test da sforzo. Dopo tali esami verrà valuta ala necessita di esami genetici volti ad indagare le principali aritmie ereditarie che causano la morte improvvisa.
Tali esami e visite dovrebbero svolgerle anche i bambini, in assenza di sintomi e i pazienti sani, allenati e notoriamente sportivi?
Assolutamente sì, poiché le patologie cardiache nell’atleta e in particolare le aritmie e le sindromi ereditarie potrebbero essere anomalie con le quali si nasce, asintomatiche e misconosciute, ovvero non rivelarsi se non mediante specifici esami.
In una visita occasionale mi sono state rilevate extrasistoli ventricolari, posso avere l’abilitazione?
No, le recenti linee guide di medicina dello sport impongono che in presenza di extrasistolia ventricolare anche singola e semplice, si debba sempre escludere una cardiopatia organica sottostante.
Quali sono le principali cardiopatie sviluppate da un atleta?
Principalmente la cardiopatia ipertrofica in atleti velocisti e la cardiopatia dilatativa in atleti fondisti. Circa le aritmie e le sindromi ereditarie, invece, esse non dipendono dalla mole, o dal tipo di allenamento.
Esistono patologie reversibili in un atleta per cui avvenga una sospensione solo temporanea dell’abilitazione sportiva?
Si, è documentata una dilatazione temporanea del cuore e alcune aritmie da stress per cui si richiede un de-training di un mese, con temporanea sospensione della abilitazione e successiva rivalutazione con esami più approfonditi.
Quale è la più timorosa malattia da escludere in un atleta?
Certamente la cardiopatia ischemica misconosciuta, ovvero il rischio di infarto durante l’attività. Secondariamente, ma solo per incidenza, le aritmie ereditarie che sono causa di morte improvvisa anche in cuore sano, ad esempio la temibile Sindrome di Brugada.
Quali sono le aritmie nell’atleta?
Potenzialmente tutte quelle esistenti nel senso che l’atleta non sviluppa particolare predisposizione a determinate aritmie. Egli, tuttavia, è più esposto di altri al rischio di Sindrome di Brugada (LINKA ALLA Pagina), Sindrome del QT lungo e del QT corto e aritmie ventricolari.
In che maniera si può prevedere la morte improvvisa aritmica nell’atleta?
Svolgendo una visita aritmologica con ecg e screening genetici opportuni mediante un banale prelievo di sangue. Utile inoltre un ecocolordoppler e un test da sforzo basali.
Il subacqueo ha necessita di particolari visite ed esami?
Si, egli deve svolgere con particolare attenzione una visita con ecg, un test da sforzo, un holter ecg delle 24ore, ecocolordopller cardiaco con test alle microbolle ad esclusione di forame ovale pervio e test di funzionalità respiratoria.
Quali sono gli sport considerati più a rischio dal cardiologo?
Per classe di rischio si intende quella intrinseca al tipo di sport e alla velocità di soccorso, più che alla patologia, quindi ci riferiamo a sport acquatici e sport in altezza.
La genetica è utile allo sportivo?
Quasi indispensabile nel professionista, certamente utile anche nell’amatore. Indispensabile in entrambe le categorie, cosi come al non atleta, per chi abbia una storia familiare di morte improvvisa prima dei 40 anni anche in singolo caso.
Come ci si deve comportare con uno svenimento un dolore al petto, una tachicardia, una percezione del ritmo cardiaco strano ed eccessivo durante attività sportiva?
Interrompere immediatamente l’attività, richiedere soccorso mediante il 118 e farsi trasportare (non recarsi da soli) al pronto soccorso più vicino. Successivamente all’esclusione di patologie acute; svolgere quindi una visita cardiologica ed aritmologica con ecg basale. Quasi sicuramente il cardiologo richiederà quindi un test da sforzo, esami del sangue, un holter ecg delle 24 ore, un ecocolordopller dei TSA ed eventualmente un Tilt Test e/o indagini genetiche per le sindromi aritmiche ereditarie.
Queste indagini, che possono sembrare tante, o eccessive, sono consigliate anche se il pronto soccorso non le prescrive, ovvero classifica il caso come “benigno”?
Non esistono sintomi benigni se ci riferisce a quelli sopra elencati. Essi vanno sempre approfonditi, mai sottovalutati e del resto hanno causato una interruzione di una attività ludica, sportiva, e il successivo trasporto in pronto soccorso e quindi di cosa stiamo parlando? Il medico di pronto soccorso è istruito ad escludere l’urgenza e non a prescrivere un adeguato follow up, ovvero il percorso successivo, che va assolutamente svolto.
Quali sono i tempi per lo svolgimento di tali esami?
Essi possono essere svolti nei nostri centri di riferimento in uno, massimo due giorni e sia privatamente che in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale. Lo screening genetico darà invece risultato entro 15 giorni.
Dopo tali esami viene rilasciato un certificato medico con valore legale per autorizzare all’attività sportiva?
Assolutamente sì: tutte le pratiche mediche dovrebbero concludersi con un certificato scritto e firmato dallo specialista, reperibile anche con il numero di iscrizione all’albo detto codice prescrittore. È nostra usanza inoltre, la discussione collegiale con la famiglia dell’assistito e i riferimenti medici e sportivi dello stesso. Lo scopo, in fondo, è migliorare la vita dell’assistito e soprattutto proteggerlo.